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Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di mappe NDVI, GNDVI, NDRE e in generale di indici di vigoria. Sono strumenti che stanno cambiando il modo in cui agricoltori e tecnici leggono la salute delle colture, perché permettono di individuare problemi molto prima che diventino visibili a occhio nudo.
Non si tratta di tecnologia fine a sé stessa: sono informazioni utili per ridurre costi, migliorare la qualità del raccolto e intervenire in modo più mirato. In questo articolo vediamo cosa sono le mappe NDVI, come si interpretano e come usarle nella gestione quotidiana dei campi.
Cosa sono gli indici di vigore
Gli indici di vigoria sono numeri che descrivono lo stato vegetativo della pianta. Vengono calcolati analizzando come le foglie riflettono la luce.
Per ottenere gli indici di vigore si esegue la mappatura del campo con una fotocamera multispettrale che scatta foto con diverse bande dello spettro luminoso: il rosso, il blu, il verde e il vicino infrarosso (NIR).
Le piante in buona salute riflettono determinate lunghezze d’onda in un modo prevedibile; quelle in stress idrico, nutrizionale o fisiologico hanno un comportamento diverso.
In agricoltura di precisione, questi indici permettono di:
- capire il vigore reale della coltura;
- individuare le zone deboli del campo;
- verificare l’efficacia di concimazioni e trattamenti;
- programmare irrigazioni mirate;
- valutare la resa potenziale.
Perché quello NDVI è l’indice più utilizzato
L’NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) è l’indice di vegetazione più diffuso. Non perché sia il più complesso, ma perché offre una lettura chiara dello stato di salute generale della pianta.
Per ottenere l’indice NDVI si calcola la differenza normalizzata tra la riflettanza nel vicino infrarosso (NIR) e la riflettanza nel rosso (Red).
Formula
NDVI = (NIR – Red) / (NIR + Red)
Cosa significa:
- La vegetazione sana riflette molto NIR e assorbe molto rosso → NDVI alto.
- La vegetazione stressata riflette meno NIR e assorbe meno rosso → NDVI più basso.
- Suolo nudo e vegetazione morta hanno valori vicini allo zero o negativi.
Valori NDVI tipici:
- 0.60 – 0.90 → coltura vigorosa
- 0.30 – 0.60 → vegetazione in stress o fase intermedia
- 0.00 – 0.30 → suolo o vegetazione molto debole
- < 0 → acqua, ombre, elementi non vegetali
Non sono valori assoluti: cambiano a seconda della coltura, della fase fenologica e del periodo dell’anno. Ma la logica rimane la stessa: l’NDVI aiuta a leggere il campo come se fosse una mappa termica della vitalità delle piante.
GNDVI e NDRE: quando servono davvero
Oltre all’NDVI, due indici sono sempre più usati in agricoltura:
GNDVI (Green Normalized Difference Vegetation Index)
più sensibile allo stato nutrizionale, soprattutto all’azoto. Utile per:
- cereali;
- colture a foglia larga;
- vigneti in fase vegetativa.
Offre una lettura più precisa nelle fasi in cui la pianta cresce velocemente.
NDRE (Normalized Difference Red Edge)
Diventa fondamentale nelle fasi avanzate della stagione, quando la chioma è più densa e l’NDVI tende a “saturare”. Si una molto in:
- vigneti;
- frutteti;
- oliveti;
- colture arboree mature.
Aiuta a individuare cali di vigore che altrimenti sarebbero invisibili.
Come funzionano le mappe NDVI: dai colori alla lettura pratica
Le mappe NDVI trasformano i valori numerici in colori. Di solito la legenda va dal rosso (debole) al verde scuro (alto vigore).
Colori tipici:
- rosso / arancione: zone con stress marcato
- giallo / verde chiaro: vigore medio
- verde scuro: vegetazione forte e uniforme
Come interpretare una mappa NDVI in modo corretto
1. Confronta zone simili
Aree con lo stesso tipo di terreno non dovrebbero avere differenze troppo marcate.
2. Valuta andamento e contesto
Una mappa non basta. Serve un confronto con i giorni precedenti e con la fase fenologica.
3. Identifica punti critici ricorrenti
Se una stessa zona è debole in tutte le mappe, può esserci un problema strutturale: drenaggio, compattazione, fertilità.
4. Fai sempre un sopralluogo mirato
La mappa ti indica dove guardare. Il campo ti dice perché.
Cosa rivelano davvero gli indici di vigoria
Gli indici di vigoria non servono a misurare “quanto è verde” una pianta, ma come sta usando le sue risorse.
Permettono di individuare:
- stress idrico anche 7–10 giorni prima dei sintomi visibili;
- carenze nutrizionali, soprattutto di azoto;
- malattie nelle prime fasi;
- effetti di concimazioni o trattamenti;
- zone improduttive da gestire in modo diverso;
- variazioni di vigore legate al suolo.
Queste informazioni sono preziose perché permettono di intervenire in anticipo.
Come usare le mappe NDVI nella pratica quotidiana
Le mappe non servono solo come fotografia del campo. Sono strumenti operativi che aiutano a pianificare le attività.
1. Concimazione a rateo variabile
Con gli indici di vigoria si può:
- aumentare gli apporti di fertilizzanti nelle zone deboli;
- ridurre gli sprechi nelle zone già forti.
Il risparmio medio varia dal 10% al 25%.
2. Irrigazione mirata
Lo stress idrico emerge prima sulle mappe che sul campo. Questo permette di evitare irrigazioni superflue e proteggere le piante nei momenti critici.
3. Monitoraggio della stagione
Ripetere i voli ogni 15–30 giorni crea una “storia” della coltura.
Si vede:
- come risponde agli interventi;
- dove peggiora;
- dove migliora.
4. Verifica post-evento climatico
Dopo grandine, vento forte o piogge intense, le mappe NDVI mostrano velocemente:
- entità del danno;
- zone da ispezionare prima;
- eventuali aree da documentare per risarcimenti assicurativi
5. Supporto agli agronomi
I tecnici possono usare i dati per:
- prescrivere concimazioni più precise;
- valutare le rese potenziali;
- ottimizzare trattamenti e difesa.
Perché i droni sono lo strumento migliore per il monitoraggio in agricoltura
I droni equipaggiati con sensori multispettrali permettono di sorvolare il campo in pochi minuti.
Rispetto ai satelliti hanno due vantaggi:
- risoluzione altissima (fino a 1 cm/pixel)
- nessuna interferenza da nuvole o ombre estese
Questo si traduce in mappe più precise e affidabili per prendere decisioni operative.
Errori da evitare quando si usano gli indici di vigoria
Per ottenere dati utili bisogna fare attenzione a tre aspetti:
1. Evitare confronti fuori fase fenologica
Un NDVI alto in primavera non significa la stessa cosa che in piena estate.
2. Non basarsi su una sola mappa
Il monitoraggio deve essere continuo, non occasionale.
3. Non interpretare i colori senza guardare il campo
La mappa indica una anomalia, ma il sopralluogo spiega la causa.
Scopri i vantaggi del monitoraggio con drone per l’agricoltura
Cosa sono gli indici di vigore vegetativo come NDVI e a cosa servono?
Gli indici di vigoria sono numeri derivati da come le foglie riflettono la luce. Permettono di misurare lo stato vegetativo delle piante, individuando stress idrici, carenze nutrizionali o malattie.
Perché l’NDVI è l’indice più utilizzato in agricoltura?
L’NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) offre una lettura chiara dello stato generale della coltura. Pur non essendo l’unico, è il più diffuso perché semplice da interpretare.
Qual è la differenza tra NDVI, GNDVI e NDRE e quando usarli?
–GNDVI (Green Normalized Difference Vegetation Index): più sensibile alle condizioni nutritive, utile in colture a foglia larga o cereali in fase vegetativa.
–NDRE (Normalized Difference Red Edge): utile nelle fasi avanzate della coltura, quando la chioma è densa e l’NDVI può saturare.
-L’NDVI resta utile per una panoramica generale all’inizio della stagione.
Come si interpreta una mappa NDVI?
Le mappe tipicamente utilizzano una scala colori che va dal rosso (basso vigore) al verde scuro (alto vigore). È fondamentale considerare la fase fenologica e confrontare aree simili e mappe ripetute nel tempo.
Quali informazioni utili forniscono gli indici di vigoria nella pratica?
Permettono di individuare:
–stress idrico fino a 7-10 giorni prima che sia visibile a occhio.
–carenze nutrizionali, in particolare azoto.
–malattie nelle prime fasi.
–efficacia di trattamenti e fertilizzazioni.
Come usare le mappe NDVI/indici di vigoria per intervenire in campo?
Alcuni esempi:
–Concimazione a rateo variabile: maggiore fertilizzante dove l’indice è basso.
–Irrigazione mirata: intervenire precocemente nelle zone con stress idrico.
–Monitoraggio stagionale: rilievi ogni 15-30 giorni per tracciare l’andamento della coltura.
Perché scegliere i droni multispettrali per generare le mappe?
I droni offrono risoluzione elevatissima (fino a 1 cm/pixel) e non dipendono dalle condizioni d’ombra o nuvolosità tipiche dei satelliti. Rendono quindi i rilievi più accurati e tempestivi.




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